Inflazione

Inflazione

L’inflazione è una tematica di forte attualità in questo 2022.
Tenuta sotto controllo per decenni ed ormai data per scomparsa, nel contesto macroeconomico mondiale seguito alla pandemia Covid è invece tornata prepotentemente in cima alle preoccupazioni di governi, imprese e famiglie.
Mantenere un’eccessiva liquidità sui conti correnti, se non destinata a coprire specifiche esigenze e necessità, rischia di erodere e ridurre significativamente nel tempo il valore reale dei nostri risparmi.
Partiamo dal definire più precisamente cosa sia l’Prendendo spunto dalle parole della Banca Centrale Europea (BCE), è possibile definire l’inflazione come un processo di incremento dei prezzi di ampia portata: “nelle economie di mercato i prezzi di beni e servizi possono subire variazioni in qualsiasi momento: alcuni aumentano, altri diminuiscono. Si ha inflazione quando si registra un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa. Questo significa che con un euro si possono acquistare oggi meno beni e servizi rispetto al passato. In altre parole, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo”.
Vi possono essere inoltre diversi tipi di inflazione, le cui due categorie principali sono:

  • Inflazione “da domanda”: a fronte di un aumento della domanda aggregata non sostenuto da adeguata offerta, si registra un generalizzato aumento dei prezzi. Ad esempio, nelle fasi di forte crescita economica quando l’eccesso di domanda sull’offerta spinge le imprese ad aumentare i prezzi dei beni;
  • Inflazione “da offerta”: si verifica quando l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi fa aumentare anche i prezzi degli altri beni e servizi. Un esempio è la crisi energetica degli anni Settanta, quando i più importanti Paesi mediorientali esportatori di petrolio raddoppiarono il prezzo del greggio. Questa decisione di carattere geopolitico causò, con effetto a cascata, un forte aumento del prezzo di tutti gli altri beni, perché il petrolio era materia prima fondamentale nei trasporti e nella produzione industriale.

Dal grafico sottostante raffigurante l’inflazione statunitense dal dopoguerra ai giorni nostri, è possibile notare come i periodi caratterizzati da un carovita nell’intorno o superiore al 10%, siano ascrivibili unicamente al decennio post II° guerra mondiale, all’epoca della crisi energetica degli anni ’70 ed al 2022 attuale:

L’inflazione è il nemico principale nella protezione del valore effettivo dei nostri risparmi.
Il nostro patrimonio, accumulato grazie all’attività lavorativa e ad una corretta pianificazione nei passaggi intergenerazionali, rischia di vedersi erodere progressivamente il suo “valore reale” ovvero la capacità di preservare nel tempo un potere di acquisto costante: “normalmente – spiega Banca d’Italia – quando parliamo dei rendimenti (ad esempio, il tasso di interesse di un conto corrente o il rendimento di un titolo di Stato) ci riferiamo a “rendimenti nominali”, cioè al tasso di crescita del nostro capitale investito.
Per conoscere il tasso di crescita del potere di acquisto del nostro capitale dobbiamo individuare i “rendimenti reali”, ovvero sottrare ai rendimenti nominali il tasso atteso d’inflazione. Ad esempio, se un capitale investito in uno strumento rende il 3 per cento, con un’inflazione del 2 per cento, crescerà solo dell’1 per cento in termini “reali”, quindi di beni e servizi che si potranno effettivamente acquistare”.

Per proteggere i risparmi dall’inflazione è importante investire e diversificare (depositi, titoli di Stato, azioni e obbligazioni, fondi ed ETF, materie prime, immobili, ecc.).
La diversificazione è utile a contrastare i rischi ed anche gli effetti negativi di aumenti non previsti dell’inflazione.
Quando l’inflazione aumenta, di solito aumentano anche i tassi di interesse e i rendimenti delle attività finanziarie.
È importante quindi investire una parte dei propri risparmi in strumenti con scadenza a breve termine o a tasso variabile (ad esempio, conti correnti e depositi a breve termine, BOT, titoli di Stato e altre obbligazioni a tasso variabile) e, soprattutto, in titoli di Stato indicizzati all’inflazione (ad esempio, il BTP Italia).
Oltre al comparto obbligazionario, le azioni (globali e diversificate attraverso ETF o fondi) possono offrire protezione dall’inflazione nel lungo termine.
Il valore monetario di un’azione o di un portafoglio di azioni tende a rivalutarsi quando l’inflazione aumenta. In questa maniera, il valore reale intrinseco rimarrà costante nonostante l’aumento dei prezzi.