11 Gen Minusvalenze: cosa sono?
COSA SONO LE MINUSVALENZE?
Plusvalenze e minusvalenze, nel mondo degli investimenti finanziari, significano “più” e “meno”.
Il primo termine indica quindi operazione che ha generato un guadagno di valore, il secondo una perdita di valore.
Quando si parla di minusvalenze si intende la parte di capitale che è stata persa, rispetto a quanto inizialmente investito.
Plusvalenza all’opposto è un incremento di valore ovvero indica quanto si è guadagnato investendo in uno strumento finanziario rispetto al capitale inizialmente speso per acquistarlo (cosiddetto “capital gain”).
I guadagni ottenuti dagli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti a tassazione ma il Fisco italiano permette in parte di “compensare” le plusvalenze con le minusvalenze (purtroppo, non su tutti gli strumenti ed i guadagni) e pagare meno imposte se in passato ho conseguito delle perdite.
LA TASSAZIONE DELLE PLUSVALENZE
Prima di ragionare su minusvalenze e plusvalenze, riassumiamo brevemente la normativa relativa alle imposte sui guadagni da investimenti finanziari.
È prevista un’imposta secca del 26% su tutti gli strumenti finanziari attraverso i quali l’investitore realizzi un guadagno. Beneficiano di aliquote più basse solo i titoli di Stato italiani (Bot e Btp), su cui è prevista un’aliquota del 12,5% allo scopo di incentivare i risparmiatori a “sostenere” le finanze statali, e tutti i titoli di Stato esteri o sovranazionali.
Se il risparmiatore chiude in profitto un’operazione, verrà tassato con una aliquota del 26%. Se però ha delle minusvalenze da recuperare pagherà meno o addirittura non pagherà nulla, compensando eventuali perdite pregresse.
ESEMPIO DI COMPENSAZIONE MINUSVALENZE-PLUSVALENZE
Supponiamo di avere effettuato un investimento in azioni e aver perso 2.000 €.
Ho quindi una minusvalenza di 2.000 €.
Nel corso del tempo, effettuo un secondo investimento e ottengo 4.000 € di guadagno (capital gain), ovvero di plusvalenza.
La compensazione minusvalenze-plusvalenze subentra ora.
Se non avessi la minusvalenza pregressa, pagherei l’imposta su 4.000 € con un’aliquota del 26% (1.040 €) che verserò alla Stato. Avendo invece la minusvalenza, posso “compensare” i 4.000 € di guadagno con i 2.000 € di perdita.
Effettuo quindi la sottrazione 4.000 – 2.000 = 2.000 e ottengo l’importo reale sul quale dovrò pagare le imposte. Quindi su 2000 € mi sarà trattenuta la cifra di 520 € (26% di 2.000 €). Sugli altri 2.000 € di guadagno non avrò alcuna tassazione, potendo compensarla con minusvalenze pregresse.
MINUSVALENZE, 4 ANNI + 1 PER COMPENSARLE
Un altro paletto importante da considerare è il fattore tempo.
Il Fisco ha previsto un limite di tempo per la compensazione, che è di quattro anni + l’anno in cui si origina la minusvalenza. Questo significa che le minusvalenze subite nel corso del 2023 potranno essere compensate con i guadagni ottenuti nel 2023 stesso, più il 2024, 2025, 2026 e fino al 31 dicembre 2027. Poi si azzereranno in automatico.
Nello “zainetto fiscale” del nostro Dossier Titoli troverò annotazione di tutte le minusvalenze, quando le ho conseguite, a quanto ammontano e quando scadranno.
COME RECUPERARE LE MINUSVALENZE? DIPENDE DALLO STRUMENTO
Come recuperare quindi le minusvalenze? Dipende dallo strumento con cui otterrò i guadagni futuri.
Innanzi tutto, è bene ricordare che ogni operazione di investimento che si chiude in perdita, genera una minusvalenza di pari importo.
Per compensarla senza pagare tassazione però, il Fisco terrà conto solo di alcuni guadagni che otterrò con i seguenti strumenti:
– azioni;
– obbligazioni;
– future, ETC, ETN;
– certificati
Si tratta infatti di strumenti finanziari che generano quelli che il Fisco considera “redditi diversi” e che possono quindi essere compensati.
La compensazione di minusvalenze e plusvalenze è possibile tra i redditi inseriti nella categoria “redditi diversi”, ma non è possibile con i “redditi da capitale” (cedole di obbligazioni, dividendi di azioni, guadagni ottenuti dalla vendita di fondi e ETF).
TABELLA DI SINTESI COMPENSAZIONE PLUS/MINUSVALENZE